La legge di Bilancio 2019 ha rivisto il meccanismo dei premi INAIL con l’aggiornamento del nomenclatore, il ricalcolo dei tassi medi e il meccanismo di oscillazione del tasso per andamento infortunistico. La Manovra, approvata lo scorso dicembre, stabiliva l’applicazione delle nuove tariffe dal 2019 al 2021.
Con il Decreto Crescita, arriva la conferma del taglio delle tariffe, e quindi dei costi per le aziende, anche per gli anni successivi al 2021, e si trasforma la misura sperimentale in una modifica strutturale, a partire dal 2023.
Nelle note di lettura a cura del Servizio del Bilancio del Senato che accompagnano l’ultima stesura del testo, sull’articolo 3-sexies, si legge:
Il comma 1 prevede, ai fini della messa a regime dal 2023 della riduzione delle tariffe dei premi e contributi dovuti all’INAIL per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali di cui all’articolo 1, comma 1121, della legge n. 145 del 2018, garantendone la vigenza anche per il periodo successivo al 31 dicembre 2021, con esclusione dell’anno 2022, considerate le risultanze economico-finanziarie e attuariali e tenuto conto degli andamenti prospettici dell’INAIL, di tenere conto, in aggiunta alle risorse indicate nell’articolo 1, comma 128, della legge n. 147 del 2013, dei seguenti maggiori oneri e minori entrate che, in questa sede, per comodità di lettura, si propongono nella tabella che segue:
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Il Ministero del Lavoro, al debutto delle nuove tariffe, ha spiegato che i dati sull’andamento infortunistico e tecnopatico nel triennio 2013-2015 e le retribuzioni soggette a contribuzione di competenza nello stesso periodo sono state la traccia per stabilire le modifiche da apportare al sistema dei premi INAIL.
E ha sottolineato la necessità di una revisione dal momento che i tassi in vigore fino al 1° gennaio 2019 si riferivano a dati vecchi di quasi vent’anni.
Il taglio alle tariffe dei premi INAIL ha rappresentato una buona notizia per molti, ma non è mancato il dibattito sulle modalità adottate.
Si è parlato di una riduzione dei costi del 32% per le imprese, ma è importante sottolineare che il dato è frutto di una media: in altre parole non tutte le aziende beneficiano della revisione allo stesso modo. Per chi è tenuto a provvedere all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, il Ministero del Lavoro ha stimato un risparmio complessivo di circa 1,7 miliardi di euro.
Ma ci sono alcuni settori come quello edilizio, per cui le tariffe sono addirittura diventate più alte.
Un’impostazione che, ai tempi dell’approvazione delle legge di bilancio 2019, aveva fatto discutere e che oggi viene confermata in via definitiva.
Fonte: informazionefiscale