Con la legge di Bliancio del 2019 (Legge 30 dicembre 2018, n. 145) il governo, per finanziare la revisione delle tariffe Inail - che produrrà una riduzione media del 32,72% dei premi pagati dalle imprese - ha attinto anche alle risorse destinate ai piani di investimento per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, che sono state tagliate complessivamente per 410 milioni nel triennio 2019-2021.
Al danno provocato per aver ridotto le risorse destinate ai piani di investimento per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro si aggiunge ora anche la beffa: con il mutamento dei criteri di calcolo del danno le vittime di incidenti sul lavoro ed i loro parenti rischiano infatti di avere minori risarcimenti.
Lo afferma la Corte di Cassazione con sentenza 27 marzo, n. 8580 che, nel commentare gli effetti dell'introduzione dell'art.1, comma 1126 della legge citata, così precisa: «La legge finanziaria del 2019, nel mutare i criteri di calcolo del danno differenziale rendendo indistinte le singole poste (di danno biologico e patrimoniale) oggetto specularmente di risarcimento civilistico e di tutela indennitaria Inail, ha direttamente inciso sul contenuto di danno differenziale, cioè sulle componenti dello stesso, con inevitabili ripercussioni sulla integralità del risarcimento del danno alla persona, principio costantemente ribadito dalla giurisprudenza di legittimità» .
Fonte: arsedizioni