D. LGS 231/01

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Entrata in vigore La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD)

Identificare, prevenire e, ove necessario, mitigare ed eliminare gli impatti negativi su diritti umani e ambiente.

 

 

La direttiva introduce dei requisiti di due diligence sugli impatti generati riguardo ad ambiente e diritti umani ad alcuni tipi di impresa.

 

A seguito dalla pubblicazione sulla Gazzetta dell'UE del 5 luglio 2024, è entrata ufficialmente in vigore la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), la direttiva dell'UE che obbliga alcuni tipi di imprese a identificare, prevenire e, ove necessario, mitigare ed eliminare gli impatti negativi su diritti umani e ambiente. Gli Stati membri dell'UE avranno ora 2 anni per trasformare la direttiva in legge nazionale.

A CHI SI APPLICA
Gli obblighi che prevede la direttiva per le imprese UE verranno applicati a scaglioni temporali nel seguente modo:

  • 3 anni dall’entrata in vigore (2027), aziende con più di 5000 dip. e €1500 milioni ricavi netti;
  • 4 anni dall’entrata in vigore (2028), aziende con più di 3000 dip. e €900 milioni ricavi netti;
  • 5 anni dall’entrata in vigore (2029), aziende con più di 1000 dip. e €450 milioni di ricavi netti e aziende con più di €80 milioni di ricavi netti che abbiano stipulato accordi di franchising con terze parti indipendenti in cambio di diritti di licenza superiori a €22,5 milioni


Gli stessi obblighi ricadranno anche sulle imprese non UE seguendo gli stessi scaglioni temporali. Il numero dei dipendenti, tuttavia, non sarà uno dei requisiti che farà scattare l'obbligo.

L'implementazione sarà possibile anche a livello di gruppo, ovvero le parent companies possono redigere i documenti necessari ad aderire alla CSDD al posto delle controllate.

Come è possibile vedere le PMI NON avranno alcun tipo di obbligo. Tuttavia, le PMI potranno essere lo stesso coinvolte dalla direttiva in qualità di partner di imprese a cui ricade l'obbligo per via del monitoraggio richiesto nella catena del valore.

PRINCIPALI OBBLIGHI PREVISTI

  • Due diligence delle operazioni dell’azienda e di quelle dei suoi partner commerciali diretti e indiretti upstream e downstream(quest’ultima limitata alla distribuzione, trasporto e stoccaggio dei prodotti) la propria catena del valore. A tal riguardo, l’impresa dovrà elaborare una due diligence policy basata su un approccio al rischio, identificare e valutare impatti attuali o potenziali su diritti umani e ambiente, nonché porre fine, prevenirli e mitigarli. Le aziende dovranno poi sviluppare ed implementare un prevention action plan e ottenere garanzie contrattuali dai propri partner soggette possibilmente a verifica da terze parti indipendenti. Inoltre, per aiutare le PMI partner a rispettare gli obblighi, le aziende dovranno fornire formazione e forme di sostegno che potranno assumere, nei casi più importanti, anche carattere finanziario;
  • Adottare un piano di transizione climatica, da aggiornare annualmente. Le aziende che redigono già un CTP in ottemperanza alla CSRD sono esentate;
  • Pubblicare una dichiarazione annuale di ottemperanza alla CSDD sul sito, a meno che non pubblichino già il bilancio da CSRD;
  • Creare un meccanismo di grievance che permetta la compilazione di reclami riguardo ai diritti umani e ambiente e al quale sia stakeholder interni che esterni possono accedere;
  • Porre rimedio e compensare le vittime di violazioni che una appropriata due diligence avrebbe evitato. Il diritto alla compensazione riguarderà solo le vittime degli impatti generati dall'azienda e non dai suoi partner della catena del valore.


LINEE GUIDA

  • Le guidelines della dichiarazione annuale di ottemperanza - da pubblicare entro il 31 marzo 2027;
  • Le guidelines sulle clausole contrattuali di garanzia di rispetto CSDD da far sottoscrivere ai partner commerciali – da pubblicare entro 30 mesi dall’entrata in vigore della direttiva;
  • Le guidelines sugli obblighi di due diligence da rispettare – da pubblicare entro 36 mesi dall’entrata in vigore della CSDD.


ATTUAZIONE DELLE NORME

  • Responsabilità amministrativa: la direttiva richiede che gli Stati membri dovranno designare un'autorità di controllo entro 2 anni dall'entrata in vigore della direttiva con il potere di garantire l’osservanza della CSDD. Le autorità potranno fare degli audit alle imprese e potranno infliggere multe fino al 5% del fatturato globale dell’azienda in caso di accertamento mancato rispetto degli obblighi previsti;
  • Responsabilità civile: un’impresa potrà essere ritenuta responsabile a livello civile a causa di denunce da parte di persone naturali e legali all'autorità di controllo. Le aziende tuttavia non potranno essere considerate responsabili di danni causati solamente dei propri partner;

 

Fonte: confindustriaemilia




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