Decreto 231 esteso alle frodi Iva. Si apre in questo modo la strada per l’estensione della responsabilità amministrativa delle imprese anche al penale tributario. La Camera ha infatti approvato ieri, definitivamente, la legge di delegazione comunitaria che mette nelle mani del Governo il recepimento, tra le altre, della direttiva Pif (protezione di interessi finanziari, la 2017/1371) che invita gli Stati a rafforzare l’apparato sanzionatorio e repressivo con particolare attenzione all’Iva. In particolare la direttiva (articolo 9) prescrive l’adozione di misure necessarie perchè la persona giuridica riconosciuta responsabile sia sottoposta a sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive, che comprendono sanzioni pecuniarie penali o non penali. (Fonte: Quotidiano del Fisco)
Cosa comporta per i modelli 231
il recepimento della Direttiva, all’interno del nostro ordinamento, comporterà, in sintesi:
- un ampliamento del catalogo dei reati presupposto, nel quale saranno inserite anche le frodi “gravi” IVA. Il concetto di gravità sarà dedotto dal carattere transfrontaliero delle condotte illecite e da un elevato pregiudizio quantificato in un danno complessivo pari ad almeno 10 milioni di euro;
- la modifica nel sistema delle sanzioni irrogabili, in quanto l’art. 9 della Direttiva prevede delle sanzioni pecuniarie e interdittive che vanno dall'esclusione "dal godimento di un beneficio o di un aiuto pubblico" a provvedimenti più rigorosi quali, ad esempio, il "commissariamento giudiziale o lo scioglimento dell'Ente";
- l’estensione dell’obbligo di criminalizzazione delle persone giuridiche in caso di commissione di illeciti da parte di soggetti che all’interno dell’impresa detengono una posizione preminente, ovvero un potere di rappresentanza, decisionale e di controllo.
Avv. Mariacarmela Lospinuso, Consulente Legale ERSG.