L’emergenza Covid-19, in costante crescita nel territorio nazionale, obbliga nuovamente a svolgere alcune riflessioni sui possibili riflessi, di tale situazione emergenziale, sui Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo, adottati dalle Aziende, ai sensi del D.lgs. 231/2001.
Oltre a quanto scritto nel precedente articolo, circa la necessità per le Aziende di adottare protocolli specifici per la prevenzione dei reati di cui all'art. 25-septies del D.lgs. 231/2001 (art. 589 c.p., omicidio colposo, e art. 590 c.p., lesioni personali colpose, illeciti penali commessi in violazione della normativa a tutela dell’igiene e della sicurezza sul lavoro), risulta doveroso svolgere una ulteriore analisi su gli altri reati presupposto, ex D.lgs. 231/2001, e sulle condotte che possono integrare le fattispecie ivi descritte, durante la gestione dell’emergenza legata alla diffusione del virus Covid-19, qualora sia dimostrato l’interesse o il vantaggio tratto dall’Aziende nella commissione del reato.
Con riguardo, in particolare, ai reati contro la pubblica amministrazione, di cui all’art. 25 del D.lgs. 231/2001, i riflessi sul Modello 231 per i reati presupposto di tale categoria possono riguardare i casi di:
In relazione, invece, ai reati contro l’industria e il commercio, di cui all’art. 25-bis del D.lgs. 231/2001, possono realizzarsi, in tale contesto, i seguiti comportamenti illeciti:
Per i reati informatici, ex art. 24-bis del D.lgs. 231/2001, possono venire a crearsi delle condotte criminose a seguito dell’attivazione massiva dello smart working (con procedura agevolata, confermata anche dagli ultimi DPCM), in quanto tale situazione deve comportare, per le molte Aziende che lo hanno attuato, sicuramente una maggiore attenzione alla sicurezza informatica mediante la riorganizzazione del lavoro, delle modalità di controllo dei propri dipendenti e della gestione delle procedure interne.
In ultimo, con riguardo ai reati tributari, di recente ingresso nel panorama 231, all’art. 25-quinquiesdecies, e, in particolare, alreato di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (art. 8 D.lgs. 231/2001), in tale situazione di crisi nazionale, tale illecito penale potrebbe verificarsi nel caso in cui non venga effettuato un adeguato controllo sui fornitori esterni e la rispondenza delle fatture emesse alle operazioni effettivamente rese, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto in tale situazione di crisi generale.