Sicurezza sul lavoro - servizi di consulenza

News

Climate Risk Management: mitigare il cambiamento climatico nei luoghi di lavoro

Il cambiamento climatico sta avendo un impatto significativo sui luoghi di lavoro, rendendo sempre più urgente l’integrazione dei rischi climatici nella governance HSE (Health, Safety, Environment). La gestione di questi rischi, noti come Climate Risk Management, non è più un’opzione, ma una necessità per garantire la sicurezza dei lavoratori e la resilienza delle aziende.

Il crescente aumento del corpo normativo e delle misure tecniche è una chiara dimostrazione di quanto il tema sia diventato centrale. In questo contesto, i punti di vista tecnico e giuridico si intrecciano, mirando entrambi a mitigare i rischi e a promuovere una gestione aziendale responsabile e sostenibile.

Questo testo vuole offrire spunti di riflessione sull’impatto del rischio climatico sulla salute e sicurezza dei lavoratori, analizzando l’adeguatezza delle misure di tutela adottate dalle aziende e ponendo una domanda cruciale: qual è la condotta esigibile dal datore di lavoro?


 

Rischi legati a eventi climatici e DVR

Il D.Lgs. 81/2008 impone al datore di lavoro di valutare tutti i rischi professionali presenti in azienda e di adottare le misure necessarie per gestirli. In questo processo, il datore di lavoro è supportato dal RSPP e dal medico competente.

Per affrontare il climate risk, è essenziale operare una distinzione tra:

  • Rischi esogeni: causati da fattori esterni all’attività lavorativa.
  • Rischi endogeni: originati all’interno dei processi aziendali.

La classificazione del rischio climatico dipende da vari fattori, tra cui:

  • Il tipo di attività svolta.
  • L’area geografica in cui opera l’unità produttiva.
  • Le specifiche condizioni climatiche locali.

Ad esempio, mentre alcuni eventi climatici possono essere considerati esogeni (come un’alluvione improvvisa), per altre attività (ad esempio, l’edilizia o i lavori in ambienti con alte temperature) il rischio climatico è direttamente connesso al processo produttivo.

Una valutazione sartoriale e non generica è quindi indispensabile. In caso di omissione o valutazione incompleta, il datore di lavoro, il RSPP e il medico competente potrebbero essere chiamati a rispondere per colpa specifica o colpa tecnica.


 

Conclusioni sulla valutazione del rischio climatico

  1. Il rischio climatico non è sempre un rischio professionale: in molti casi, essendo esogeno, esula dalla sfera di controllo diretta del datore di lavoro.
  2. Integrazione nel DVR: in alcuni contesti, il rischio climatico sarà oggetto di valutazione specifica, mentre in altri sarà incluso solo nella gestione delle emergenze.
  3. Verifiche periodiche: il datore di lavoro dovrà monitorare e adeguare strutture e impianti in seguito a eventi meteorologici severi.
  4. Coinvolgimento degli enti di vigilanza: per condividere valutazioni e soluzioni, è possibile aprire un tavolo tecnico con professionisti di diverse competenze.

 

Analisi, strategie di mitigazione e gestione delle emergenze

L’intensificarsi di eventi meteorologici avversi ha aumentato la vulnerabilità delle imprese, rendendo necessaria una gestione integrata dei rischi (Risk Management). Questo approccio comprende:

1. Analisi del contesto e dei rischi

  • Mappatura degli scenari di rischio: attraverso fonti autorevoli nazionali e internazionali.
  • Classificazione dei rischi: naturali (es. alluvioni, ondate di calore) e antropici (es. vicinanza a infrastrutture a rischio).
  • Equazione del rischio: Rischio=Pericolositaˋ×Vulnerabilitaˋ×Esposizione

Rischio=Pericolositaˋ×Vulnerabilitaˋ×Esposizione

  • Pericolosità: probabilità che un evento superi una certa intensità.
  • Vulnerabilità: propensione a subire danni.
  • Esposizione: numero di persone o beni esposti.

2. Strategie di mitigazione del rischio

  • Interventi tecnici: eliminazione o riduzione dei rischi.
  • Trasferimento del rischio: ad esempio, attraverso polizze assicurative.
  • Nuovi obblighi normativi: la Legge di Bilancio 2024 introduce l’obbligo di assicurazione contro i danni da calamità naturali a partire dal 2025.

3. Pianificazione della gestione delle emergenze

  • Piani di emergenza integrati: considerare non solo l’azienda, ma anche il contesto territoriale.
  • Coordinamento con enti esterni: collaborazione con i servizi di protezione civile.
  • Stress test periodici: per verificare l’efficacia delle misure adottate.

 

I vantaggi di un approccio integrato

Un programma di gestione dei rischi climatici offre numerosi benefici:

  • Riduzione dei costi: prevenire incidenti e gestire proattivamente i rischi.
  • Conformità normativa: adeguamento alle normative HSE e ambientali.
  • Resilienza aziendale: garantire continuità operativa anche in situazioni critiche.
  • Reputazione e sostenibilità: rafforzare l’immagine aziendale verso stakeholder e investitori.

 

Conclusioni

Il cambiamento climatico rappresenta una sfida complessa, ma anche un’opportunità per le aziende di innovare e migliorare la propria gestione dei rischi. Affrontare il climate risk con un approccio integrato e proattivo non solo tutela la sicurezza dei lavoratori, ma contribuisce a costruire un’organizzazione più resiliente e sostenibile.

Per ulteriori approfondimenti o supporto nella gestione dei rischi climatici, il team di E.R. Services Group è a disposizione per accompagnare le aziende in questo percorso.

 




Loading…