Con sentenza n. 33809 del 12 novembre 2021, la Corte di Cassazione ha affermato che i dati contenuti nel pc aziendale sono, a tutti gli effetti, patrimonio aziendale. Ciò significa che la loro sottrazione implica una condotta disciplinarmente rilevante con commissione di illeciti civili e penali tali da condurre, legittimamente, ad una richiesta di risarcimento dei danni, pur se per la acquisizione dei dati il datore abbia posto in essere comportamenti non ortodossamente inquadrabili nella previsione dell’art. 4 della legge n. 300/1970.
Fonte: Dottrinalavoro