Con sentenza n. 22566/2023, la Corte di Cassazione ha affermato, modificando il proprio orientamento precedente e confermando quanto stabilito nei due primi gradi di giudizio, che le disposizioni che tutelano la maternità e la paternità nel rapporto di lavoro hanno la funzione di proteggere la salute della donna e le esigenze del bambino: esse si inquadrano anche nell’appagamento dei bisogni affettivi del bambino finalizzati allo sviluppo pieno della sua personalità.
Di conseguenza, quanto affermato dall’art. 53, comma 3, del decreto legislativo n. 151/2001, significa che il lavoro notturno non può essere mai imposto alla lavoratrice madre di un bambino di età inferiore di tre anni.
Fonte: dottrinalavoro